I Monti Simbruini costituiscono una delle principali dorsali montuose dell’Italia centrale; posti sul confine tra Lazio ed Abruzzo, a poche decine di km ad Est di Roma, essi racchiudono tutti i tratti tipici dell’Appennino: migliaia di ettari di faggete, vette da oltre 2000 metri, altopiani sconfinati, valli profonde solcate da limpide ed abbondanti acque.

Il massiccio calcareo dei Monti Simbruini si estende per diverse decine di km orientato da Nord-Ovest a Sud-Est, geograficamente delimitato tra i Monti Carseolani (a Nord), i Monti Ernici (a Sud) e tra le valli dei fiumi Aniene (ad Ovest) e Liri (ad Est). Le cime principali del gruppo sono rappresentate dai monti Viglio, Cotento, Tarino ed Autore. Frequente in questi territori è il fenomeno del carsismo, visibile sotto forma di grotte, doline ed inghiottitoi.

A causa dell’esposizione diretta alle correnti umide proveniente da occidente, i Simbruini risultano essere il luogo più piovoso dell’Appennino centrale, con le precipitazioni medie annue che superano i 2000mm; lo stesso toponimo Simbruini, che deriva dal latino “Sub Imbribus”, sta a significare letteralmente “Sotto le piogge”. Questo, unito alla natura carsica del suolo, si traduce in una grande abbondanza di acqua sorgiva nelle floride valli solcate da importanti corsi d’acqua, come l’Aniene ed il Simbrivio.

I Monti Simbruini, insieme ai contigui Monti Ernici, costituiscono il più grande polmone verde del Lazio e una delle più importanti aree a copertura boschiva dell’Italia centrale. Qui si estendono le più grandi faggete contigue d’Europa e crescono ben 1381 specie di piante e fiori diverse (corrispondenti a circa la meta di quelle presenti in tutta l’Italia centrale). Di queste 80 specie risultano essere a rischio estinzione e ben 71  sono invece endemiche.

In questi territori selvaggi ed integri ancora oggi trovano dimora specie animali di grande interesse naturalistico quali il cervo, il capriolo, il lupo, il gatto selvatico e l’orso bruno marsicano, mentre nei cieli volteggiano fieri il falco pellegrino,  l’aquila reale ed il grifone.

Questo immenso patrimonio di biodiversità dal 1983 è tutelato dal Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, che con i suoi 30.000 ettari di superficie risulta essere la più grande area protetta del Lazio.

Natura ma anche storia, tradizione e cultura: in questi luoghi ameni e solitari sono sorti nel corso dei secoli borghi pittoreschi e dal passato nobile, eremi, santuari e monasteri ancora oggi esempi unici del rapporto profondo tra sacro e natura.

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